ESERCITAZIONE 12 - Esercizi di banalità (free)

Scomporre per poi ricostruire

Avendo appena scomposto il metodo grazie al quale è stata realizzata una grande fotografia, credo sia giunto il momento giusto per cominciare a costruire il tuo metodo di vedere la realtà attraverso lo scatto.

Ricorda che, come per il pittore, per il fotografo il passo fondamentale è vedere l'immagine che si vuole realizzare. Il metterla in pratica è poi un mero fatto tecnico. Ma la creatività, l'inventiva, sta a monte.

Nel momento in cui scatti, metti in atto degli espedienti tecnici il cui intento ultimo è rendere evidente al pubblico la vista sulla realtà che tu hai deciso di rappresentare.

L'esercizio più importante per te, quello che ti può far fare un vero salto di qualità, è allenarti a vedere quello che gli altri non vedono. Solo in questo modo potrai proporre al tuo pubblico una versione della realtà che li sorprenda e li rapisca.

Puoi dire di aver avuto successo quando capita che chi guarda la tua foto non avrebbe mai visto quello che ora ha chiaro davanti agli occhi se non grazie all'immagine che tu hai realizzato.

Per definizione, un fotografo dovrebbe mostrare agli altri ciò che, normalmente, non noterebbero. Spesso si tratta di aspetti banali della realtà: mentre l'eccezionale salta agli occhi, ciò che è quotidiano, usuale passa inosservato. Per esprimere tutto questo in fotografia, il fotografo deve saper vedere la realtà che lo circonda, andare oltre l'ovvio e identificare quegli elementi bizzari, singolari, interessanti o curiosi che possano attirare la sua attenzione, oltre a quella di chi poi guarderà l'immagine. In questa foto ho cercato di andare oltre l'iconografia classica dell'opera d'arte moderna (una chiesa dell'architetto Richard Meier a Roma), mettendo in contrasto gli elementi curvi con quelli piani e verticali del muro, e la cura "autoriale" delle superfici della chiesa con la sciatteria degli sportelli che contengono i contatori del gas delle case vicino. Quel che ho notato, e mi premeva esprimere, è come al giorno d'oggi si assista spesso all'accostamento tra bello e brutto, tra degrado e monumentalità, magari nel breve volgere di qualche passo. Ho anche deciso di convertire la foto in bianco e nero e di virarla digitalmente in duocolor, giallo-blu, perché anche questo contrasto cromatico (caldo-freddo) aiutasse la lettura dell'immagine stessa.

Ricorda sempre che l’eccezionalità si nasconde nel banale. E' il luogo in cui è più difficile trovarla, ma anche il campo di allenamento perfetto per affinare il tuo occhio.

E non importa che sia una particolare espressione del tuo bambino, oppure quella strana imperfezione dello stuzzicadenti che lo fa sembrare una rovina di Atlantide.

 

Da qui l'obiettivo dichiarato per questa esercitazione. Scatta la tua migliore foto di soggetti banali:

  • fotografa la banana sbucciata che stai per divorare a mezza mattina
  • la fermata  dove attendi l’autobus
  • le mattonelle del marciapiede su cui stai camminando, bagnate di pioggia
  • i fili d’erba del prato
  • l’alberello cresciuto da una crepa dell’asfalto
  • le nuvole nel cielo dalle forme interessanti
  • la texture del vecchio muro che stai sfiorando o della corteccia dell’albero secolare alla cui ombra sei seduto
  • il capannello di gente che fa pausa nel parco

E così via.

Fallo e scoprirai quanto di bello ci può essere anche nella cicca di sigaretta schiacciata sul cemento.

La poesia è ovunque, altrimenti non sarebbe poesia.

Weston realizzò una delle più note e citate fotografie del mondo riprendendo un semplice peperone: il peperone più sensuale mai visto, però.

 

Una fetta di kiwi. Si tratta di una foto non molto originale, però sempre efficace. Basta collocare la fetta, tagliata sottile, su una superficie illuminata (in questo caso un piccolo "tavolo luminoso") in modo che la luce l'attraversi e il gioco è fatto. Potresti pensare a realizzare una piccola serie di queste immagini, in modo da imparare anche ad apprezzare le trasparenze degli oggetti.
Ecco ad esempio come appare uno spicchio di clementina. In gergo queste foto si chiamano "cut outs" perché è semplice ritagliare l'oggetto dallo sfondo bianco e inserirlo altrove: hanno una grande popolarità sui siti di Micro-Stock.

Il grande nemico del fotografo è la distrazione

Anche quando siamo convinti di prestare attenzione a tutto ciò che ci circonda, in verità stiamo permettendo alla nostra testa di andare altrove, anche solo pensando ai potenziali soggetti da trovare, o addirittura agli impegni che ci attendono una volta tornati a casa.

Un fotografo distratto bucherà tantissime foto valide, semplicemente perché non le vedrà. Solo le situazioni eccezionali lo sveglieranno da suo torpore.

Così, se mentre cammina credendo di cercare un soggetto, ma in realtà immerso nei suoi pensieri, gli capiterà di osservare una scena davvero potente, ecco che realizzerà la fotografia. Poi tornerà nel suo limbo.

Chi è che non ama fotografare nelle situazioni più particolari ed esotiche come in questo caso, alle Canarie (La Gomera)? Però l'eccezionale distrae, e non è detto che porti a foto più interessanti ed efficaci di quelle scattate magari durante una semplice passeggiata nel nostro quartiere.

Quanti fotografi conosci che operano così? Pensi di essere tra loro?

L’eccezionale è una fregatura, in genere. Come diceva Goethe “un arcobaleno che dura un quarto d’ora non lo guarda più nessuno”: ci stanchiamo presto di certi spettacoli, e passiamo ad altro.

Abbiamo bisogno di stimoli forti, ma passeggeri. E speriamo sempre che dopo una forte emozione, ce ne sia subito un’altra altrettanto intensa. Ma capita di rado.

Invece di cercare l’eccezionale, dovremmo imparare che ogni cosa, anche la più banale, possiede qualcosa di unico e interessante, e questo apre mille mondi alla nostra fotografia.

Prova a dedicarti ai soggetti banali, comuni, senza interesse, e scoprirai come sei tu a definire l’eccezionale, non l’eccezionale a definire quel che va fotografato.

L’impegnarti a guardare anche le cose apparentemente insignificanti combatterà efficacemente il morbo della distrazione, permettendoti di farti trovare pronto quando l'occasione si presenta.

 

ESEMPI COMMENTATI DI SVOLGIMENTO DELL'ESERCITAZIONE

 

Difficile dire cosa sia davvero "banale": quando qualcosa la fotografi, sembra assumere immediatamente un senso, un significato. Questa è la potenza della fotografia, in fondo.

Diciamo allora che consideriamo banale specialmente ciò che è quotidiano, che siamo abituati a vedere e dunque non degniamo più nemmeno di uno sguardo.

Per Federica è questo peluche poggiato  sul letto, vicino a uno strumento musicale. La foto è ripresa come se si trattasse di un cane o di un gatto, come se il soggetto fosse vivo. Una scena che alla fine ci racconta molto della fotografa. E meno male che si tratta di una foto "banale"!

Cristina si concentra invece su un pranzo. Un classico di quando si va al ristorante, nell'era della condivisione grazie agli smartphones. Ma qui è invece un soggetto casalingo, magari domenicale. Tutto è pronto, compresa la scatola con le medicine da prendere "prima dei pasti".  Uno scorcio di vita, intimo e diretto che - verrebbe da dire - non è affatto "banale".

E poi c'è il viaggio, e le foto da fare mentre si va. Banali perché ogni giorno si compie questo rito di andare e tornare, di spostarsi in auto, col traffico, il sole o la pioggia. E spesso, per spezzare la routine si scatta qualche foto con lo smartphone, magari con una mano sola, vista che l'altra è sul volante.

Non si dovrebbe fare, lo dice il Codice della Strada, ma chi può resistere? Di certo non Paola, che sembra voler resettare la propria quotidianità, insieme all'autoradio!

E nemmeno Donatella che ci mostra anche lei un peluche, ma piccolo e collocato sotto lo specchietto retrovisore dell'auto, in una sera che è quasi notte, sulla strada per tornare a casa dopo una giornata di lavoro, probabilmente.

A volte può anche essere stressante, ma certo vivere non è mai banale.

Torna in alto